Dopo più di cinquant’anni è stato ritrovato a Mosca e riconsegnato agli eredi il dattiloscritto originale di Vita e destino di Vasilij Grossman, sottrattogli dal KGB nel 1961.
Ecco il commento del prof. Giuseppe Ghini pubblicato su Il Giornale di oggi:
Dopo oltre 50 anni, dagli archivi dell’ex KGB, ora rinominata FSB, emerge il manoscritto di Vita e destino, il capolavoro di Vasilij Grossman, uno dei romanzi più affascinanti e veri scritti in epoca sovietica.
Vita e destino, nonostante tutto, uscì. Grossman aveva consegnato altre due copie ad amici fidati. Uno, Semen Lipkin, microfilmò il romanzo e lo trasmise in Occidente con l’aiuto di Andrej Sacharov: nell’80 Vita e destino apparve prima in Svizzera, poi in altri Paesi. Durante la Perestrojka, nell’88, venne pubblicato anche in Unione Sovietica, ma «purgato». Solo nel ’90 i russi lessero la versione di Lipkin.
Che l’archivio di uno scrittore come Grossman veda la luce è un evento culturale; ancor più se questo avviene a seguito della restituzione delle carte da parte dei Servizi segreti di uno Stato totalitario alla famiglia. Più difficile è capire se il materiale porterà a una versione più ampia e ricca del romanzo. In ogni caso, quella confiscata è la copia che contiene l’ultima volontà dello scrittore e, come tale, è la copia che filologicamente va considerata definitiva. Per gli studiosi si apre un nuovo capitolo: centinaia di fogli manoscritti pieni di varianti, cancellature, ripensamenti permettono di entrare nel laboratorio artistico di uno scrittore. Ma nei lettori si affaccia un’altra speranza: 11mila fogli manoscritti potrebbero rivelare qualcosa di nuovo, qualche scritto requisito dal colonnello del KGB, e ora restituito alla vita. Speriamo!